5.4
Scarto della spesa per tributi a Roma rispetto alla media delle grandi città italiane
La spesa complessiva per tributi locali a Roma è superiore alla media per tutte le famiglie-tipo.
La figura sotto mostra il dettaglio delle varie imposte e quanto le quattro famiglie romane spendono in più o in meno rispetto alla media delle grandi città.
Come si vede dal grafico, la somma di Imu e Tasi (l'imposta propria patrimoniale dei comuni e quella dedicata al finanziamento dei servizi indivisibili, pagate solo dalla famiglia C) è inferiore alla media. Al contrario sono le addizionali comunale e regionale all'Irpef a superare la media. L'addizionale comunale a Roma prevede un'aliquota maggiorata per la gestione del debito pregresso (0,9%: +0,1% rispetto all'aliquota massimale) e una soglia di esenzione relativamente bassa (12.000 euro). Ma lo scarto è molto accentuato soprattutto per l'Irpef regionale della famiglia C: la Regione Lazio prevede infatti per lo scaglione di reddito fino a 15.000 euro un'aliquota pari all'1,73%, superiore di 0,5% rispetto a quella minima; poi si passa direttamente all'aliquota massima per tutti i redditi eccedenti; in questo modo, l'imposizione regionale è fra le più alte rispetto a tutte quelle di riferimento per le città campione.
L'aliquota minima del Lazio è infatti uguale all'aliquota unica della Sicilia, all'aliquota per i redditi fra 55.000 e 75.000 euro della Lombardia e all'aliquota massima della Toscana e della Puglia. L'aliquota massima (3,33%) che il Lazio applica a tutti gli scaglioni di reddito eccedenti i 15.000 euro, è invece applicata solo in Piemonte e per la fascia di reddito da 75.000 euro in su.
Per le famiglie A, B e C l'Irpef regionale del Lazio è seconda solo a quella delle famiglie napoletane; per la famiglia C è la più onerosa.