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Inflazione e potere d'acquisto delle famiglie

L'osservazione dell'inflazione dall'introduzione dell'euro ad oggi mostra un andamento dei prezzi a due velocità, con le tariffe dei servizi pubblici soprattutto locali (spesso erogati in monopolio o senza effettive alternative di mercato) che per tutto il periodo crescono a livelli molto più elevati rispetto all'indice di variazione dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), configurando così un trasferimento di risorse importante dal sistema economico agli enti locali. La figura sotto mostra che solo nel 2015 l'indice dei prezzi dei servizi locali rallenta, aumentando a livelli paragonabili a quelli del resto dell'economia; e comunque anche nel 2015, mentre l'indice NIC è al minimo del periodo (0,1%), quello delle tariffe locali è pari a 0,7%. 
Il potere d'acquisto delle famiglie, stazionario fino al 2008, dall'inizio della crisi comincia a diminuire, con una punta negativa nel 2012, anno in cui l'Istat rileva fra le cause primarie del crollo proprio la dinamica delle tariffe dei servizi pubblici locali (Indagine conoscitiva sulle determinanti della dinamica del sistema dei prezzi e delle tariffe, sull’attività dei pubblici poteri e sulle ricadute sui cittadini consumatori). Non a caso, alla diminuzione dell'inflazione dei servizi pubblici locali corrisponde nel 2015 la prima variazione positiva del potere d'acquisto delle famiglie dal 2008. 

Inflazione e potere d'acquisto delle famiglie

Nell'ultimo bollettino sulle Tendenze dei prezzi, Unioncamere mostra come l'inflazione delle tariffe a controllo locale sia negli ultimi anni fra le voci in maggiore crescita, con un differenziale fra settembre 2015 e settembre 2014 del 2,5%, secondo solo a quello dei tabacchi. Secondo questo studio, le tariffe pubbliche al netto della componente energetica da sole spiegherebbero un quinto dell'inflazione nazionale, trainate quest'anno soprattutto dagli aumenti relativi al servizio idrico integrato.