4.2
Servizio idrico integrato
Le tariffe del servizio idrico sono stabilite in modo tale da coprire completamente tutti i costi di gestione del servizio e quelli di realizzazione di nuove opere. La spesa totale è data dalla somma della tariffa per il servizio di acquedotto (solitamente articolata per scaglioni di consumo con l’aggiunta o meno di una componente fissa) e di quelle per il servizio di depurazione e fognatura (espresse in forma fissa o in proporzione ai consumi). La struttura tariffaria prevede un primo scaglione di consumo a tariffa agevolata che viene recuperato con una maggiorazione della tariffa negli scaglioni di consumo successivi.
Per verificare come la risorsa acqua e lo stato delle reti incidono sui costi e quindi sulle tariffe, la figura sotto mette in relazione la spesa complessiva della famiglia C con la percentuale di dispersioni idriche della rete.
Come si può vedere, la linea rossa di regressione su tutte le osservazioni mostra una tendenza all'aumento delle tariffe quando le perdite sono più consistenti, ma non si può dire che ci sia una proporzionalità assoluta. La proporzionalità è più regolare se si escludono Firenze, Bologna e Genova (linea di regressione grigia).
In effetti, le difficoltà strutturali della rete di Firenze non riguardano tanto l'acquedotto (le cui perdite sono solo leggermente superiori alla media), quanto gli impianti di depurazione dell'Ato, che richiedono ingenti investimenti (da finanziare in tariffa) in quanto sottodimensionati rispetto alla popolazione (nel 2014 la popolazione servita era solo il 75%). Nonostante lo stato relativamente buono delle infrastrutture, Genova e Bologna adottano strutture tariffarie che disincentivano i consumi, l'una adottando le tariffe più alte di tutte (anche per lo scaglione agevolato), l'altra con scaglioni progressivi ma molto ravvicinati.
Nelle altre città la proporzionalità è più evidente, con Milano che gestisce la rete in migliori condizioni (16% di perdite), offrendo nel 2016 il servizio più economico, grazie al più ampio scaglione agevolato. A Roma, dove le perdite sono pari al 42,5%, la tariffa è ancora piuttosto conveniente, mostrando così una politica tariffaria favorevole alle famiglie nonostante il significativo aumento tariffario approvato fin dall'anno scorso.
Data la struttura a scaglioni, le politiche tariffarie possono incidere sia sull'ampiezza degli scaglioni, sia sull'entità delle tariffe per scaglione, ma anche prevedendo specifiche agevolazioni per casi particolari, come avviene a Firenze nel caso di soggetti che utilizzano l'acqua per comprovate cure mediche o a Bari per le famiglie in cui sono presenti persone disabili.
Per quanto riguarda l'entità dei consumi agevolati, Palermo adotta uno scaglione pari al consumo medio nazionale procapite, 88 mc/anno; la città dove il minimo è più basso è Napoli (23 mc/anno) seguita da Bologna (proporzionale al numero di componenti il nucleo familiare, ma molto bassa: da 25 mc/anno per una persona, a 53 mc/anno per 4 persone), Firenze (60), Bari (73) e Torino (85); come si è detto, lo scaglione agevolato è invece massimo a Milano (127 mc/anno), ma è superiore alla media anche a Genova (96) e a Roma (92).
Oltre ai consumi in tariffa agevolata, eventuali ulteriori agevolazioni per utenti in condizioni disagiate devono essere deliberate dalle singole autorità di governo degli ambiti. Attualmente, per quasi tutte le città sono previste agevolazioni per nuclei familiari con Isee inferiore a determinate soglie (variabili da città a città) e per le famiglie numerose.
Nessun nucleo familiare nell’ambito del presente lavoro presenta però i requisiti necessari per accedere a queste agevolazioni.
Fonte: elaborazioni ASPL su dati Aeegsi