1.1
Contesto economico
Agganciandosi a un 2014 di sostanziale stabilità, nel 2015 il potere di acquisto delle famiglie italiane sperimenta i primi segnali di ripresa (+0,7%) dopo un lungo periodo di continua diminuzione iniziato nel 2008, durante il quale il reddito disponibile degli italiani misurato in termini reali era sceso di oltre il 10%, fino ad un livello inferiore a quello rilevato nel 1995.
Rispetto al 2014, aumenta la domanda interna di beni (+1,4%) e servizi (+0,7%) da parte delle famiglie, contribuendo in modo sostanziale (insieme alla domanda interna per investimenti, +0,8%) alla pur modesta crescita del PIL (+0,9%), in un contesto in cui la spesa delle amministrazioni pubbliche continua a diminuire da sei anni (-0,7% nel solo 2015) e la bilancia dei pagamenti è negativa (-0,3%) nonostante la crescita delle esportazioni (+4,3%).
Questi andamenti si associano a una flessione della disoccupazione in generale (11,9%, -0,8% rispetto al 2014) e anche di quella giovanile (40,3%, in diminuzione del 2,3%), con una tendenza in recupero anche nella prima parte del 2016, ma si tratta ancora solo di un recupero marginale. Restano infatti elevate le percentuali di famiglie in condizioni di povertà relativa (10,4%) ed assoluta (6,1%), con punte per le famiglie numerose: fra le coppie con due figli, l'8,6% è in povertà assoluta e il 16,6% in povertà relativa, percentuali che crescono ancora se i figli sono minori (11,2% e 20,2%) e per le famiglie con 5 componenti o più.
Oltre alla numerosità del nucleo familiare e alla presenza di figli minori, dal punto di vista sociale lo stato di disagio economico è strettamente correlato con la disoccupazione, ma è più accentuato anche per lavoratori autonomi e operai, mentre diminuisce per i laureati e in generale per le famiglie con almeno un percettore di reddito in posizione dirigenziale o pensionato. La maggior stabilità delle pensioni e l'elevata incidenza della disoccupazione giovanile fa sì che la povertà sia meno diffusa e in forte diminuzione fra gli ultasessantacinquenni, mentre sia più grave per le famiglie giovani e comunque per le persone in età lavorativa. Più colpite della media sono infine le famiglie di stranieri.
Nonostante i recenti segnali positivi, in una prospettiva più ampia il contesto resta quindi critico. La disoccupazione è ancora doppia rispetto a prima della crisi e colpisce in media un potenziale lavoratore su otto; fra i giovani che cercano lavoro, i disoccupati sono più di un terzo. Una famiglia su 14 è in condizione di povertà assoluta (era una ogni 25 solo nel 2007) e la soglia convenzionale della povertà relativa è scesa, segno di una condizione economica complessiva più dura, confermata da una diminuzione del 10% del potere d'acquisto delle famiglie.
Nello stesso periodo, le tariffe dei servizi locali sono aumentate del 33%, 2,5 volte di più dell'inflazione generale dei prezzi.