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Evoluzione dei criteri tariffari e dei prezzi dei servizi pubblici

Evoluzione dei criteri tariffari e dei prezzi dei servizi pubblici

Nel dopoguerra tutti i servizi pubblici (alcuni dei quali nazionalizzati ed erogati in regime monopolistico come l'energia o il servizio sanitario) hanno beneficiato di prezzi politici generalizzati, finanziati in modo progressivo mediante prelievo fiscale. I prezzi politici avevano l'obiettivo principale di aumentare la coesione sociale e l'omogeneità territoriale delle condizioni di vita, ma anche di incentivare l'alternativa pubblica. Eventuali agevolazioni tariffarie erano legate soprattutto alle caratteristiche di consumo delle utenze, come ad esempio la minima potenza impegnata per l'energia elettrica, i volumi di consumi idrici agevolati, la destinazione locale delle comunicazioni telefoniche.  

Negli anni '90, quando ormai tutto il paese era servito dalle infrastrutture energetiche, dalle telecomunicazioni, dalle reti stradali e ferroviarie, i principali monopoli nazionali sono stati separati, mantenendo quelli naturali e liberalizzando le attività di mercato. Questo processo ha comportato il superamento dei prezzi politici e la graduale transizione verso un sistema in cui i prezzi rispecchiassero la struttura dei costi di produzione. In questo contesto, quindi, i prezzi non svolgono più la funzione di incentivo allo sviluppo, ma assumono quella di segnali di mercato, rendendo più efficiente il meccanismo di equilibrio della domanda e dell'offerta e quindi più sostenibile tutto il sistema grazie al contenimento degli sprechi.

Nel frattempo i limiti alla spesa pubblica italiana, derivanti da un debito accumulato consistente, sono diventati più stringenti con l'adesione al sistema Euro. Fin dai primi anni 2000 i prezzi e le tariffe dei servizi pubblici gestiti e regolati a livello decentrato hanno cominciato a crescere in modo consistente, poggiando su normative nazionali che impongono percentuali minime di copertura tariffaria dei costi (dal 35% dei costi operativi del trasporto urbano al 100% dei servizi idrici e di igiene urbana). Con la spending review i vincoli di bilancio delle amministrazioni locali sono diventati ancora più severi e le tariffe locali hanno raggiunto tassi di inflazione nettamente superiori a quello dell'indice generale dei prezzi.

L'aumento dei costi dei servizi pubblici locali finanziati in tariffa rappresenta un trasferimento di ricchezza importante dalle famiglie e dal settore privato al settore pubblico e, in quanto aggrava il generale contesto di crisi economica, è giustificato solo se la gestione e la dimensione dell'offerta sono socialmente efficienti. L'applicazione agli enti locali del concetto di costo e fabbisogno standard (L. 42/2009) alla fine dello scorso decennio rappresenta quindi un intervento orientato a incentivare l'efficienza sociale ed economica dei servizi pubblici, intervento che tuttavia dal punto di vista pratico deve ancora dispiegare i suoi effetti.