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Indagini nazionali e internazionali
A livello nazionale, l’Istat nell’ambito dell’Indagine multiscopo sulle famiglie (avviata nel 1993) dal 2010 rileva anche l’opinione degli Italiani maggiori di 14 anni in merito alla ‘Soddisfazione per la vita’, pubblicandone i risultati on line su Datawarehouse (http://dati.istat.it) con grado di dettaglio regionale e per categorie di intervistati (età, genere, titolo di studio, condizione professionale).
Sempre nel filone della citizen satisfaction, la Commissione Europea nel 2012 ha avviato un’indagine sulla qualità della vita percepita in 79 città europee e nelle principali aree periferiche metropolitane, per un totale di 83 zone monitorate, di cui 28 capitali (Quality of Life in Cities). L'indagine, ripetuta nel 2015 e pubblicata a gennaio 2016, vede Roma fra gli ultimi posti per qualità della vita, ma anche per vari servizi e aspetti curati dall’amministrazione locale.
Le indagini citizen satisfaction sono però solo un lato delle informazioni conoscitive necessarie a regolare i servizi e il benessere socio-economico della popolazione, dovendo essere confrontate con misure oggettive della qualità della vita e dei servizi disponibili (per questo aspetto, cfr. la Relazione annuale dell’Agenzia).
L’individuazione dei fattori che concorrono a definire il livello di qualità della vita e la costruzione di indici sintetici significativi (al di là del semplice PIL, ormai universalmente ritenuto un’informazione non esaustiva allo scopo) è oggetto di varie ricerche internazionali basate sulla combinazione di indicatori che in larga maggioranza riguardano servizi pubblici o regolamentati. Fra le ricerche che redigono classifiche della vivibilità delle principali città nel mondo, tenendo presenti differenti aspetti della vita (società, politica, economia, servizi, ambiente e natura, scuola ed educazione, cultura, salute, traffico, abitazione, attività ricreative) si ricorda l’indagine annuale Mercer ‘Quality of Living Survey’, in cui Roma sia nel 2015 che nel 2016 perde una posizione e scende al 53° posto su 230 città.
In Italia, Cnel e Istat hanno avviato il Progetto BES (Benessere Equo e Sostenibile), che mira a valutare il benessere dei cittadini, tenendo presenti 12 dimensioni ritenute rilevanti, ognuna articolata in più indicatori. Di queste dimensioni, alcune esulano dalla sfera della regolazione e della programmazione tipicamente locale (salute, istruzione/formazione, benessere economico, relazioni sociali, benessere soggettivo), ma sulle altre l’Amministrazione può influire attraverso vari strumenti, molti dei quali rientrano direttamente o indirettamente fra i servizi osservati in questa Indagine:
- fiducia nella politica e nelle istituzioni (per quello che riguarda la parte comunale)
- lavoro e conciliazione dei tempi di vita (asili nido e servizi sociali, servizi e iniziative di supporto all’attività economica privata)
- sicurezza (polizia municipale e illuminazione pubblica)
- paesaggio e patrimonio culturale (servizi culturali, parchi e ville)
- ambiente (servizio idrico, qualità dell’aria)
- ricerca e innovazione (call center, sito del comune, informatizzazione dei servizi locali, comunicazione, reti WiFi, ecc.)
- qualità dei servizi (trasporti, mobilità, pulizia delle strade, raccolta e destinazione dei rifiuti, accessibilità dei servizi)
Il 14 dicembre 2016 l'Istat presenterà gli indicatori BES e un primo insieme di indicatori sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite da fissare per il 2030.