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Problema della misurazione del "successo" dei social media: progettazione della comunicazione

La misurazione del "successo" dei social media è un tema non semplice da affrontare. I like di facebook come i follower di twitter o di instagram, solo per citare alcuni dei social più conosciuti, sono una indicazione di fondo, ma neanche troppo precisa. Amche perché questi valori possono essere aumentati artificialmente con tecniche varie. Alcuni addetti ai lavori, così come le aziende si pongono il problema e, come twitter, ragionano sulla possibilità di assegnare un peso diverso a diversi follower, in base alla loro popolarità sulla rete. 

Negli ultimi tempi si sta facendo avanti la misurazione del sentiment, ossia il parere, la modalità emotiva con la quale il pubblico si rapporta a un prodotto o a un ente. Infatti con Sentiment analysis (anche nota con il nome di Opinion Mining) si indica l’insieme delle tecniche e procedure atte allo studio e l’analisi di informazioni testuali, al fine di rilevare valutazioni, opinioni, atteggiamenti ed emozioni relative ad una certa entità (prodotto, persona, argomento, ecc).

Sempre più istituzioni si sono rese conto che occorre mutare i processi di accesso alla cultura, andando oltre la tradizionale mission di conservazione e ricerca e stimolando una socializzazione del patrimonio nell’ottica dell’engagement, lifelonglearnig, dell’edutainment, dell’abbassamento delle barriere socio-culturali. Questo fil rouge si snoda all’interno di tutte le attività del museo: dalle mostre ai workshop, fino a un uso sempre maggiore dei social media nell’ottica del web 2.0. Nel momento in cui gli utenti hanno gli strumenti per diventare parte attiva del processo conoscitivo, l’innovazione passa sempre di più da nuove pratiche sociali e creazione di comunity che trovano nel networking un fattore abilitante

Volendo dirla con le parole di Nina Simon autrice di The Participatory Musem
Un’istituzione futura del tutto partecipativa, che utilizzi l’impegno partecipativo come veicolo per le esperienze dei visitatori. Un luogo dove i visitatori e membri dello staff condividano le proprie competenze e interessi personali; dove le azioni di ciascuno siano collegate in rete con quelle degli altri in contenuti cumulativi e dinamici; dove le persone discutano gli oggetti in mostra con amici e sconosciuti, condividendo diverse storie e interpretazioni.
Immagino un museo dove i visitatori siano invitati a contribuire, collaborare, co-creare e cooptare le esperienze in un ambiente progettato di cui si possa misurare insieme l’impatto. Un luogo che funziona meglio più persone lo utilizzano.

 

 

 



 

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