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Il contratto di servizio

L'affidamento diretto ad Acea per l'illuminazione pubblica a Roma è regolamentato mediante un contratto di servizio approvato con DGC 3/2007 (originariamente per il decennio 2005/2015) che stabilisce i seguenti aspetti:

  • fornitura forfetaria di energia per l’alimentazione degli impianti;
  • conduzione, esercizio e manutenzione ordinaria, accidentale e programmata degli impianti;
  • innovazione e valorizzazione degli impianti;
  • adeguamento degli impianti esistenti alla normativa vigente.

Fin da questo primo impianto contrattuale, l'aspetto meno trasparente (e ancora vigente) è la determinazione a forfait della spesa per l'energia, anacronistico nel contesto competitivo che caratterizza le grandi forniture per la pubblica amministrazione (specialmente in un periodo di bassi prezzi internazionali) e poco chiaro anche per quanto riguarda l'attribuzione dei benefici economici degli investimenti in efficienza energetica finanziati dal comune.

In seguito, gli accordi sono stati modificati con DGCa 130/2010, provvedimento che ha variato i corrispettivi, riallinenando contestualmente la durata del contratto fino alla scadenza della concessione d’uso dei beni demaniali (31 dicembre 2027). Dal punto di vista della spesa per l'amministrazione il nuovo accordo prevedeva un canone più basso, estrapolandone però la spesa per investimenti, che in precedenza era inclusa.

L’ultimo atto di revisione degli accordi contrattuali è stato approvato con DGCa 197/2015 e riguarda l’avvio del Piano LED, un progetto di sostituzione di circa 189 mila lampade a vapori di sodio ad alta pressione con lampade a tecnologia LED, previsto nel Piano di rientro dal debito di Roma Capitale (DGCa 194/2014). Il risparmio energetico a regime dovrebbe essere significativo, ma il beneficio per la collettività non è ancora quantificabile, in quanto il Piano prevede che gli accordi economici siano rivisti dalle parti nel 2018.