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Le dispersioni di rete
Le perdite rappresentano, in prima approssimazione, la differenza tra acqua potabile immessa ed erogata. Le perdite, infatti, possono generarsi sia a causa di rotture, guasti o disservizi (perdite reali), sia in seguito a sottrazioni illecite o non autorizzate (allacciamenti abusivi) ovvero ad errori di misurazione dovuti ad assenza o imprecisione dei contatori finali (perdite apparenti).
Il monitoraggio del valore complessivo delle perdite nelle reti di distribuzione idrica è quindi il sistema più utilizzato per misurare l’efficacia delle azioni di contenimento da parte dei soggetti gestori. Un diminuzione nel tempo dei volumi persi è infatti il segnale positivo di una gestione che riesce a limitare le rotture nelle tubature e a ridurre i malfunzionamenti negli impianti.
Per rendere confrontabili i dati tra diversi operatori e definire le grandezze che concorrono alla loro stima, il DM 99/97 ha fornito per diversi anni il modello di riferimento. Già nel 2014, tuttavia, l’Aeegsi con la determina 5/2014 ha introdotto alcune novità nel processo di calcolo, che non rendono possibile il confronto con i dati elativi agli anni precedenti. La confrontabilità è possibile per il biennio 2014-2015.
Fonte: elaborazioni ASPL su Aeegsi, determina 5/2014