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Il benchmark con le principali città italiane

Dal confronto con le principali città italiane (vedi Spesa delle famiglie per i servizi pubblici locali a Roma), i servizi educativi per la prima infanzia, nonostante l'aumento tariffario applicato a partire dall'a.e. 2015-2016, si presentano caratterizzati comunque da costi contenuti. A Roma il contributo versato dalle famiglie dei piccoli utenti è tra i più bassi della casistica. Le città più care sono Torino, Milano: per quest'ultima la tariffa pagata dalla famiglia, con isee pari a 13.547,63 e con 2 figli uno frequentante il nido e uno la scuola materna a tempo pieno, risulta del 30% superiore a quella di Roma. La figura riportata in fondo alla pagina mette in relazione la spesa annuale delle famiglie per il nido nelle grandi città italiane con la percentuale della domanda insoddisfatta (lista d’attesa finale/domande valide pervenute a ciascuna amministrazione)*. Posizione interessante è quella di Roma dove la spesa  per il servizio è inferiore alla media nazionale (la più bassa dopo Genova) e la percentuale di domanda insoddisfatta è minima (4,2%). Anche a Milano la gestione della lista d'attesa è molto efficiente (a fine anno resta insoddisfatto solo il 5,6% delle domande presentate in origine), ma i costi sostenuti direttamente dalle famiglie sono elevati. Spesa e disponibilità nella media per Napoli e Firenze, situazioni invece antitetiche a Bologna e a Palermo: nel primo caso la percentuale della domanda insoddisfatta è bassa, ma la spesa della famiglia è superiore alla media; nel secondo la spesa è bassa, ma oltre metà della domanda resta insoddisfatta (56%).

Tale scelta politica di applicare tariffe contenute per i nidi fa di Roma una città che incentiva il servizio pubblico e garantisce ai cittadini una maggiore accessibilità al servizio soprattutto a quelle famiglie con più figli e in difficoltà economiche. Il risultato più che soddisfacente cambia se vengono considerati i costi totali del servizio; l'ago della bilancia pende verso il basso per Roma dove la spesa complessiva per il servizio è elevata. Nella Capitale il costo medio annuo/bambino nelle strutture a gestione diretta è di circa il 37% superiore a quello di Milano. Questo comporta che la parte della spesa non sostenuta dalle famiglie venga ripartita fra tutti i cittadini in maniera indiretta (fiscalità locale).

*Genova , Torino e Bari non hanno fornito i dati relativi alle liste d'attesa.

Il benchmark con le principali città italiane