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La certificazione di qualità nei sistemi espositivi e museali
I sistemi di accreditamento della qualità museale sono volti a un miglioramento della qualità dei servizi erogati. Le modalità di applicazione possono differire da paese a paese. I primi a creare un tale sistema sono stati gli americani nei primi anni '70, i loro standard tendono all'accreditamento solo di musei che possono garantire altissimi livelli di qualità (circa il 10% degli oltre 8.000 musei americani è accreditato), mentre il sistema inglese - attivato alla fine degli anni '80 - ha incentivato l'accreditamento come modalità per offrire servizi di buona qualità nel maggior numero di sedi possibili (circa il 70% dei 2.500 musei inglesi è accreditato). L'accreditamento è quindi una risorsa in termini di comunicazione esterna, una certificazione della qualità, sia artistica, sia di servizio. Il finanziamento delle istituzioni culturali anglosassoni - e quindi anche di quelle museali ed espositive - si differenzia da quello italiano: nel primo caso è spesso indiretto e attuato tramite forti sgravi fiscali ai donatori, mentre nel secondo l'erogazione da parte degli enti pubblici è diretta. Da questa differenza, e dalla necessità negli USA e - in parte - in Inghilterra, di "attrarre" donatori privati, scaturisce il forte interesse delle istituzioni al possesso di una certificazione di qualità che faciliti la raccolta di fondi.
Il Sistema Museale Italiano che sembra delinearsi, con finanziamenti diretti e controllo di qualità pubblico, è invece più simile all'accreditamento francese. La legge d'istituzione ha il merito di aver creato il marchio dei “Musei di Francia”, che riunisce circa il 25% dei 5.000 musei francesi ed è finalizzato a rendere omogeneo lo statuto dei musei con un gruppo minimo di regole comuni da seguire per poter garantire la funzionalità di base di ognuno di essi. Per ottenere il marchio i musei francesi devono adempiere al loro principale ruolo di “servizio pubblico” (o, se privati, di “pubblica utilità”), garantendo la propria adesione ai parametri legati alle proprie missioni:
- conservare, restaurare, studiare ed arricchire le collezioni
- renderle accessibili e fruibili da un pubblico più ampio possibile
- progettare e realizzare attività didattiche ed educative che portino ad una diffusione della cultura uguale per tutti
- contribuire al progresso della conoscenza e dalla ricerca e alla loro massima divulgazione
La legge specifica che, per la presentazione della domanda di adesione ai Musées de France, ogni istituzione deve possedere i seguenti pre-requisiti:
- bilancio di esercizio annuale e pluriennale
- schema delle tariffe applicate
- organigramma del personale
- inventario aggiornato delle opere
- documento che specifichi gli obiettivi scientifici e culturali (es: lo statuto)
Nel corso della valutazione della domanda da parte di una apposita commissione, le variabili valutate sono il possesso - da parte di ogni museo - di:
- una collezione permanente
- l'accesso a un largo pubblico
- l'offerta di visite didattiche e divulgative
- la divulgazione dell'attività scientifica dell'istituzione (giornate di approfondimento, pubblicazione dei risultati di ricerche scientifiche, ecc)
- l'uso di restauratori qualificati
- l'esistenza di un direttore o di un responsabile scientifico qualificato
- l'esistenza di un responsabile dei rapporti col pubblico qualificato
Le ultime due figure professionali possono essere comuni a una serie di musei. Questo approccio di condivisione delle figure professionali potrebbe giovare - se sarà previsto anche in Italia - all'accreditamento dei sistemi museali degli enti locali, che si trovano spesso a gestire musei di piccole dimensioni per i quali non c'è molta disponibilità all'aumento dei costi di gestione che ne conseguirebbero.
Il rispetto dei requisiti richiesti dal marchio dei “Musei di Francia” assicura inoltre, per legge:
- l'imprescrittibilità e l’impignorabilità dei beni appartenenti ai musei che lo ottengono (anche per quelli di carattere privato), aumentando la forza della tutela sul patrimonio artistico nazionale
- il sostegno economico, soprattutto se finalizzato all’incremento delle collezioni
- il prestiti agevolati dei beni tra i Musei di Francia, per l'organizzazione di mostre
- maggiori possibilità di collaborazioni tra istituzioni museali
- la consulenza ed assistenza tecnica della Direzione generale dei musei e di altri enti pubblici nello svolgimento delle proprie attività
La creazione del Sistema Museale Nazionale Italiano (prevista dal DM 23 dicembre 2014) sembra ispirarsi all'approccio francese, ma bisognerà aspettare l'emanazione degli standard qualitativi - in corso di elaborazione presso il Mibact - per una prima valutazione dei possibili effetti di questa riforma.
Osservando invece i dati relativi alla frequentazione dei Musées de France dal 2003 al 2012, si nota come essa sia passata da poco più di 41 milioni di visitatori nel 2003 (985 tra i musei accreditati hanno comunicato i dati) a poco più di 62 milioni nel 2012 (901 musei). L'aumento è stato considerevole (+50%) e sicuramente positivo per i musei e per la Francia, ma le variabili di cui tenere conto - tra le quali l'aumento costante dei flussi turistici mondiali - necessitano di maggiore approfondimento per poterne valutare effetti e conseguenze.