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Conclusioni

          

  • la gestione romana delle sedi museali e espositive è esternalizzata, ma non autosufficiente in quanto entrambi i gestori raggiungono una quota di autofinanziamento piuttosto limitata (ricavi da biglietteria, da servizi aggiuntivi e da sponsor) e non potrebbero sostenersi senza i corrispettivi annuali di Roma Capitale
  • i bilanci dei due gestori riportano dati aggregati, senza fornire il dettaglio degli andamenti economici riferiti alle singole sedi, cosa che sarebbe auspicabile invece sia per questioni di trasparenza della gestione, sia per favorire la funzione di indirizzo e controllo da parte del committente e finanziatore Roma Capitale
  • una rendicontazione economica per singola sede renderebbe più agevole l'accesso di queste istituzioni al costituendo Sistema Museale Italiano, che tra i requisiti di accreditamento include uno statuto che delinei missione, obiettivi, organizzazione, regolamento, patrimonio e assetto finanziario della struttura (che le singole sedi non posseggono ad oggi, mentre già dispongono del richiesto organigramma articolato in varie figure dedicate)
  • l'adesione al Sistema Museale Italiano permetterebbe di usufruire di finanziamenti statali ed elevare la qualità dei servizi erogati, come è successo negli Usa, in Inghilterra e in Francia, favorendo così anche l'efficacia delle politiche di fund raising per apportare alla gestione risorse private
  • contrariamente a quanto oggi accade, sarebbe opportuno che queste istituzioni culturali potessero contare su una programmazione a lungo termine che comprenda risorse economiche certe (almeno per un triennio, ma un lasso temporale maggiore sarebbe anche preferibile) per migliorare costantemente la qualità della gestione e dell'offerta. Soprattutto la qualità dell'offerta è soggetta alla variabilità dell'impegno di Roma Capitale, che si ripercuote sui ricavi propri
  • il confronto con gli indicatori delle altre città d'arte italiane mostra un'eccellenza a Venezia, dove la Fondazione Musei Civici in un tempo relativamente breve è riuscita ad ottenere l'indipendenza economica attraverso una gestione di tipo imprenditoriale mirata alla formazione delle risorse umane e alla valorizzazione delle collezioni e degli immobili, potendo contare su una totale autonomia amministrativa e gestionale
  • la gestione museale ed espositiva attuata tramite una fondazione, come accade a Torino e Venezia, permette alle amministrazioni di versare un contributo esente IVA al posto di un corrispettivo da contratto di servizio, come a Roma. Le due opzioni comportano però diversi livelli di controllo sulla qualità dei servizi erogati, in quanto con la gestione tramite fondazione la governance è attuata attraverso la nomina del CdA e non anche grazie agli obiettivi contrattuali
  • infine, per ovviare al probelma appena descritto, può essere preferibile una doppia modalità di erogazione: una quota maggioritaria del finanziamento pubblico erogata tramite contributo (esente IVA) e una quota minoritaria tramite corrispettivo (come avviene all'Auditorium con Musica per Roma), permettendo così sia un risparmio per le casse comunali sia la sottoscrizione di un contratto di servizio che preveda obiettivi di servizio misurabili

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